Ospedale oftalmico: Torino rischia di perdere un’eccellenza
Ho
recentemente denunciato la totale assenza di programmazione dell’ospedale
oftalmico.
La condotta
miope dell’Amministrazione rischia di compromettere una realtà da sempre
considerata un’eccellenza, con il rischio di danneggiare, con una serie di
provvedimenti a catena, anche le altre realtà ospedaliere torinesi, coinvolte
ultimamente in una serie di trasferimenti e fughe da un ospedale all’altro.
Questa instabilità ha ricadute notevoli sulla serenità degli operatori e sulla
tranquillità dei pazienti, che spesso si spostano a loro volta per seguire il
proprio medico.
A questo
proposito abbiamo predisposto un ordine del giorno a sostegno del reparto di
Oftalmologia al San Luigi di Orbassano e dell’Oftalmico di Torino che
chiederemo a tutti i sindaci di approvare nei propri Comuni. Di questo passo,
c’è il rischio che ci sia una fuga di entrambe le categorie (medici e pazienti)
verso altre regioni, con l’inevitabile conseguenza di un aumento di costi
sanitari a carico del nostro Ente che si vedrebbe anche privato e impoverito di
figure professionali altamente specializzate.
Compito
delle Istituzioni non deve certamente
essere quello di mortificare le professionalità e destabilizzare la
cittadinanza, ma essere punto di riferimento responsabile e sensibile alle
problematiche che inevitabilmente si presentano.
Un recente
studio del Sindacato delle professioni infermieristiche ha sottolineato, ancora
una volta, una serie di criticità che andrebbero una volta per tutte affrontate
e risolte: il rapporto infermiere-paziente permane pericolosamente alto, l’età media degli infermieri si attesta tra i
40 e i 50 anni, si riscontrano difformità e criteri disomogenei nel calcolo dei
fabbisogni del personale per ogni azienda sanitaria non è ancora stato
costruito un piano emergenza, il piano di riorganizzazione del personale non è mai
condiviso con le organizzazioni sindacali, non è stato ancora predisposto il
contenimento dei flussi in uscita dei migliori infermieri e medici presenti nei
nostri nosocomi, e tutto questo nonostante i non meglio precisati interventi di
merito che la Maggioranza sostiene di aver adottato, su tutti lo sblocco dei turnover.
Chi si
occupa del Bene comune ha il dovere morale di non restare sordo davanti alle
istanze di chi opera effettivamente sul territorio e conosce le problematiche,
per questo continuerò a seguire con molta attenzione ogni sviluppo della
situazione.