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GOVERNO: RUFFINO, C’ERA UNA VOLTA L’EMERGENZA BOLLETTE …
Dove è finita l’emergenza del caro-bollette? Famiglie in difficoltà, imprese che chiudono, laboratori artigiani hanno tutti trovato ristoro e sorridono? Quando era leader dell’opposizione Giorgia Meloni tuonava contro il governo Draghi accusandolo di ritardare a intervenire per dare ossigeno agli italiani alle prese con bollette mostruose per luce e gas. Salvini sollecitava il governo a fare da sé e prometteva, una volta al governo, che l’Italia avrebbe fatto da se senza aspettare l’Europa. Appalusi. Ora apprendiamo che domani il Consiglio dei ministri si occuperà di alcuni temi, come l’aggiornamento della Nadef, ma dei sostegni a famiglie e imprese non c’è traccia alcuna nell’ordine del giorno di convocazione. Ecco le magie della destra: quando un problema non sai come risolverlo, basta non parlarne e si risolve da sé.
Per il suo esordio sulla scena europea la presidente Giorgia Meloni si è fatta precedere da provvedimenti di governo che niente hanno a che vedere con i grandi dossier all’esame dei vertici europei e della Commissione. Presentarsi a Bruxelles con un decreto contenente norme di ordine pubblico e un altro sul reintegro dei medici no-vax non è, se così si può dire, il miglior biglietto da visita. Il governo si è occupato finora di “quisquilie e pinzillacchere” mentre gli italiani si arrovellano per capire se le norme anti-rave party porteranno benefici sulla bolletta della luce e del gas o se il reintegro dei medici no-vax è il segnale che il Covid è finito e vaccinarsi è a questo punto superfluo. È il caso forse che la presidente Meloni apra uno dei suoi amati quaderni e prenda appunti sulle cose urgenti per il Paese. E chiuda il quaderno con gli appunti per i comizi. Ora è al governo.