RNEWS Comunicati stampa
Dl Polizze, Ruffino (Az): “Provvedimento parziale, manca l'integrazione con le politiche di prevenzione”
“La vera chiave per fronteggiare gli eventi catastrofali del nostro Paese è la prevenzione e il decreto in questione è soltanto parziale, proprio perché manca una piena integrazione con le politiche di prevenzione, di pianificazione territoriale e di rigenerazione urbana. Per questo motivo, pur condividendo l’obiettivo di aumentare la resilienza del Paese, esprimiamo la nostra astensione sul provvedimento”.
Lo ha dichiarato Daniela Ruffino, deputata di Azione, intervenuta in aula alla Camera sul “Dl Polizze”.
Secondo Ruffino “l’Italia continua a vivere eventi meteorologici estremi, ma i costi non possono essere scaricati sui cittadini: occorre, infatti, accompagnare l’obbligo assicurativo con un sistema di sostegno, senza penalizzare chi ha di meno. Siamo preoccupati, per esempio, anche per le Pmi che hanno sede nelle zone montane e nelle aree interne che potrebbero subire costi rilevanti per polizze difficilmente sostenibili. Servirebbero, invece, incentivi alla trasparenza e strumenti mutualistici e un sistema di garanzia statale che abbassi i premi assicurativi, come previsto in Francia e in Germania”.
“Manca anche una visione integrata tra la prevenzione e la ricostruzione, poiché gli interventi arrivano soltanto dopo l’intervento sotto forma di emergenza o ristoro dei danni, e le politiche di adattamenti ai cambiamenti climatici sono poco attuate. Sono sottovalutati i piani operativi, così come è sottovalutato il ruolo degli Enti Locali: il governo non ha ancora definito strumenti efficaci di supporto tecnico e finanziario ai territori fragili” - ha proseguito Ruffino.
In conclusione “riteniamo necessario un approccio più equilibrato nel settore assicurativo, in relazione alle difficoltà di cittadini e imprese, in particolare nelle aree più fragili. Chiediamo sia rafforzata la trasparenza su tariffe e che siano introdotti incentivi per le polizze che promuovono comportamenti responsabili, così come un sistema di garanzie per le zone ad alto rischio. Inoltre, una maggiore collaborazione tra Enti Locali e operatori del settore assicurativo potrebbe garantire supporto più equo e mirato”.
RUFFINO (AZ), SU LISTE ATTESA MELONI LASCIA LE REGIONI … IN ATTESA
Dichiarazioni dell’on. Daniela Ruffino (Azione):
Non sono stati rinnovati i contratti del personale sanitario; non c’è un euro in più sul Fondo sanitario nazionale, adeguato a stento all’inflazione. Per tutto ciò che non funziona le uniche responsabili sarebbero le Regioni. La presidente Meloni, quando era opposizione, minacciò le barricate se il governo Draghi avesse preso il Mes sanitario, come sollecitava Azione. Sarebbe stata la svolta decisiva per la nostra sanità disporre di 38 miliardi di euro. Per un’impuntatura ideologica - all’epoca l’Unione europea, per Meloni, era l’anticamera dell’inferno - l’Italia rinunciò a quella disponibilità. Se oggi siamo in una condizione disastrosa non è per colpa delle Regioni, o almeno non di tutte, ma per effetto della cecità politica di allora e per l’imperizia a governare di oggi. Meloni vuole far credere che se le Regioni accettassero i poteri sostitutivi dello Stato le liste d’attesa verrebbero cancellate o ridotte drasticamente. Con quali risorse? Con quale personale sanitario, viste le carenze di organico diffuse su tutto il territorio? Meloni dovrebbe onestamente riconoscere che sulla sanità il governo ci ha provato, ma ha fallito. Dovrebbe riconoscere che le risorse non ci sono perché le poche disponibili sono state destinate altrove. Ecco un parlare chiaro e onesto.
Il dl Pa è legge Zangrillo: aumenti del salario accessorio nel 90% degli enti locali
Il ministro al question time alla Camera: incrementi per complessivi 1,9 miliardi e 300 euro di aumenti medi mensili.
Dubbi dei sindacati
Oltre il 90% degli enti locali e il 60% delle regioni potrà incrementare il salario accessorio dei propri dipendenti. Parola del ministro della pubblica amministrazione Paolo Zangrillo che al question time alla Camera è intervenuto a chiarire l’applicazione pratica della norma più importante del decreto legge p.a. (dl 25/2025). Proprio nel giorno in cui il Senato (con 99 voti favorevoli, 70 contrari e 2 astenuti) ha votato la fiducia al governo e convertito definitivamente il provvedimento.
Il question time
A interrogare il ministro è stata la deputata di Azione Daniela Ruffino che ha chiesto di chiarire l’applicazione del comma 1-bis, inserito nell’art.14 del decreto, nel corso dell’esame alla Camera. La norma concede la possibilità di incrementare il Fondo risorse decentrate destinato al personale in servizio nel rispetto dell'articolo 33, commi 1, 1-bis e 2, del decreto-legge n. 34 del 2019 e dell'equilibrio pluriennale di bilancio.
Si consente quindi di aumentare il fondo, in deroga al tetto che vincola la spesa per il personale all’anacronistico livello del 2016, fino a quando la sua parte stabile sommata alle risorse destinate alle elevate qualificazioni raggiungerà il 48 per cento del tabellare 2023.
Tuttavia, da più parti si è osservato come sia impossibile pensare a un aumento generalizzato del salario accessorio perché il meccanismo rischia di non funzionare dovendo fare i conti con i vincoli normativi e di bilancio. Con la conseguenza che un ente locale potrebbe trovarsi con margini teorici ampi (dati dal 48 per cento degli stipendi tabellari del 2023) ma vedersi comunque bloccato nella pratica dai vincoli ancora operanti sulla spesa aggregata.
Il quadro è ulteriormente complicato dal rinvio all'articolo 33 del decreto-legge n. 34 del 2019 che lega l'aumento della spesa accessoria ai meccanismi di calcolo degli spazi assunzionali. Infatti, quanto aggiunto al fondo è contabilizzato come spesa di personale, erodendo, così, gli spazi per nuove assunzioni. Con il rischio che gli enti locali si trovino a dover scegliere tra erogare più risorse premiali ai dipendenti in servizio o disporre nuove assunzioni.
“In un contesto già fragile per le rigidità strutturali delle finanze locali”, ha osservato Ruffino, “la disposizione rischia di aprire più problemi di quanti ne risolva, obbligando gli amministratori locali a un equilibrismo sempre più complicato tra vincoli contabili, premialità per i dipendenti e qualità dei servizi ai cittadini”.
La risposta del ministro Zangrillo
Secondo Zangrillo, invece, la norma consentirà “a più del 90% degli enti locali e più del 60% delle regioni di incrementare le retribuzioni per importo potenziale di 1,9 miliardi e incrementi medi mensili di 300 euro”. Zangrillo ha annunciato anche che “è in corso di predisposizione con la Ragioneria Generale dello Stato una circolare volta a fornire indicazioni agli enti del comparto al fine di garantire una corretta e uniforme applicazione della norma’’.
Il botta e risposta con i sindacati
In conclusione del suo intervento il ministro non ha risparmiato una frecciata ai sindacati (Cgil e Uil) che continuano a opporsi ai rinnovi contrattuali nella sanità e negli enti locali. “Mi auguro possano, nel volgere di poco tempo, venire meno al fine di dare risposte certe a chi, ogni giorno, svolge con impegno il proprio lavoro al servizio dei cittadini”.
Sindacati che non risparmiano critiche al ministro sul dl Pa. Per Rita Longobardi, segretaria generale della Uil Fpl, “si tratta dell’ennesima occasione persa da parte del governo”. “Si continua a operare con due pesi e due misure, ma non nel senso di una necessaria differenziazione funzionale. Si sceglie, ancora una volta, di rafforzare chi è già avanti e di lasciare indietro chi sta già indietro. Questo approccio finisce per aumentare le disuguaglianze: tra Nord e Sud, tra enti con ampie risorse economico-finanziarie e quelli con bilanci più fragili, tra Comuni grandi e piccoli, spesso penalizzati non per proprie responsabilità.
“È inaccettabile che alle Funzioni centrali vengano garantite risorse statali aggiuntive per il salario accessorio, mentre le autonomie locali siano costrette a reperirle autonomamente, solo se in possesso di bilanci in equilibrio. Una logica che esclude sistematicamente quei comuni che, pur svolgendo un ruolo essenziale, non possono contare su entrate consistenti o strutture adeguate, e che spesso operano in territori segnati da criticità storiche o isolamento istituzionale”, ha proseguito.
Per Longobardi “era necessario introdurre l’obbligo di superare il tetto al salario accessorio per tutto il personale delle Funzioni locali e non lasciarlo alla discrezionalità degli enti più forti. Così come era fondamentale istituire un fondo perequativo nazionale, per permettere anche agli enti in difficoltà di garantire dignità e qualità al lavoro pubblico.”
Ucraina, Ruffino “Sostegno al gruppo piemontese in missione, continua l’impegno sociale di Azione”
“Con la missione del gruppo piemontese che dall’8 al 12 maggio si recherà in Ucraina per una serie di incontri politici e istituzionali dal forte valore culturale e umanitario, Azione conferma ancora una volta il proprio sostegno alla popolazione ucraina attraverso gesti concreti a favore delle comunità e dei territori colpiti.
La delegazione guidata dal nostro Vicesegretario regionale Prandi, assieme a Massimo Giachino, Coordinatore cittadino di Azione Alba e Luca Foglino, Responsabile dell’Organizzazione Provinciale di Azione Cuneo, rafforzerà l’attenzione nei confronti di una terra impegnata a difendere la propria libertà, ribadendo l’impegno sui progetti per la ricostruzione e su importanti interventi umanitari, come la consegna, da parte della delegazione di Alba, di alcuni fondi raccolti per sostenere le spese umanitarie della comunità locale di Bucha.
Lo scorso mese ho avuto modo di portare personalmente la mia solidarietà alle popolazioni affrante dalla guerra, raccogliendo le testimonianze dei rappresentanti istituzionali locali, in particolare nella regione del Kharkiv.
È nostro dovere continuare a sostenere la popolazione ucraina e per questo ringrazio i rappresentanti di Azione che, ancora una volta, si fanno portatori di valori solidali nei confronti di chi ha bisogno”.
Lo dichiara in una nota la segretaria regionale di Azione Piemonte, Daniela Ruffino.