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FEMMINICIDIO: RUFFINO, CASI IN AUMENTO CON CRESCITA PARITÀ DIRITTI

È l’ultima, terribile trincea di una società ancora declinata al maschile. I casi di femminicidio sono in aumento, in Italia ma non solo, per le ragioni più diverse, e poco o nulla hanno a che fare con il contesto culturale o con la fede. La “polizia morale” del regime teocratico iraniano arresta, tortura e stupra le donne che manifestano per le vie di Teheran secondo modalità non troppo diverse da come agiscono le truppe russe di invasione in Ucraina. L’esplosione di tanta barbarie ha nel mirino la donna, considerata, a qualsiasi latitudine, come una presenza di risulta, accessoria, rispetto a una gerarchia sociale di genere maschile.

È il prezzo sanguinoso che le società, più o meno evolute, stanno pagando per sostenere la parità di diritti fra uomo e donna. E si parla di diritti umani, di uguaglianza di opportunità di vita, di lavoro, di “identità sociale”. Se si assume la percentuale di femminicidio per misurare lo stato di salute e di evoluzione di una società, l’Italia sarebbe purtroppo nelle posizioni di testa. La repressione sulla base di norme più severe è doverosa, ma non risolutiva. È in famiglia e a scuola che si trovano gli strumenti più efficaci per combattere la bestia della violenza che si annida nell’animo di molti, troppi uomini.





SCUOLA: RUFFINO (Az-Iv), MINISTRO SI CONCENTRI SU SICUREZZA, NO AMBIGUITÀ

"Ho partecipato oggi in Piemonte ad un convegno sulla sicurezza sugli edifici scolastici e chiedo al ministro Valditara di lavorare con impegno per implementare la sicurezza scolastica. Bisogna garantire costanza di finanziamenti, fondamentali per una adeguata programmazione, così come raggiungere adeguati standard comuni a tutti gli istituti. Non ritengo accettabile che, ad esempio, molti istituti non siamo provvisti della certificazione antisismica: bandi insufficienti e discontinui ci portano ad un triste primato, ad oggi, oltre il 40% degli istituti ne è sprovvisto. Invito il ministro ad essere attento nel muovere questi primi passi: si rapporti con con gli enti locali, non dimentichi le scuole dei grandi distretti nè quelle delle zone montane. Non tralasci poi, l'importante tema legato al trasporto pubblico locale, insufficiente oggi ed ancora di più nel prossimo futuro con l’ennesimo probabile taglio dei chilometraggi. Il ministro dia risposte, con concretezza e coerenza: quando in ballo c'è la sicurezza dei nostri giovani, ambiguità e mezze misure non sono accettabili".
Così Daniela Ruffino, deputata di Azione-Italia Viva.





MANOVRA: RUFFINO, SGRAVI ASSUNZIONI? FAZZOLARI VIVE SU MARTE


Il sottosegretario per l’Attuazione del programma Giovambattista Fazzolari parla di cose che non conosce e ne parla forse per sentito dire. La presidente Meloni si guardi da lui più che da Conte o Letta. Replicare al presidente Bonomi che le imprese avranno molto da questa manovra, per esempio incentivi e sgravi per le assunzioni. Assunzioni? Ma Fazzolari legge come tutti le previsioni degli istituti finanziari che prevedono per il 2023 una recessione più o meno pesante in diverse aree? E sa che in fase recessiva si mette fieno in cascina e semmai si investe in innovazione, cybersecurity per essere pronti quando torna il nuovo ciclo espansivo? Alle imprese serve un nuovo piano 4.0, con un ampliamento degli ammortamenti per spese in tecnologia e innovazione. Più che sgravi per le assunzioni, la manovra dovrebbe prevedere incentivi per la formazione continua dei lavoratori. La manovra non contiene nulla di tutto quello che serve alle imprese, poco di quello che serve agli italiani, molto di quel che serve per mantenere i consensi.





MANOVRA: RUFFINO A MELONI, DA RISCRIVERE CON SPIRITO REPUBBLICANO


La manovra di bilancio presentata dal governo Meloni fotografa un Paese ripiegato su se stesso. Azione ha presentato le proprie proposte correttive, secondo uno spirito repubblicano, ma è la filosofia complessiva della manovra che è lontana dai bisogni reali del Paese. Sulla sanità, vera cenerentola, perché il governo rifiuta i fondi del Mes? Parliamo di risorse complessive stimate in circa 32 miliardi. Tutte o una parte di quelle risorse sono indispensabili per evitare il crollo del SSN e salvaguardare il diritto costituzionale alla salute di ogni cittadino, diritto oggi gravemente compromesso e fra non molto negato. La presidente Meloni lascia da parte le mance alla propria platea elettorale e si preoccupi di recuperare il principio di uguaglianza nell’accesso ai servizi: cure sanitarie, diritto allo studio, diritto all’asilo nido. Ecco come si può ricostruire la coesione sociale. Meno Salvini è più spirito repubblicano

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