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Banche, Ruffino (Az): “Chiusure filiali un danno a piccole comunità”

“A ottobre avevo presentato un’interrogazione al Mef per chiedere quali fossero le intenzioni del ministero sulla chiusura di numerosi sportelli bancari, soprattutto nei piccoli comuni del nostro Paese. Emblematico il caso di Bobbio Pellice, in provincia di Torino, che aveva visto il graduale ridimensionamento della filiale locale di Intesa San Paolo e l’annuncio della chiusura dello sportello bancomat. Ieri il ministro Giorgetti, in occasione del question time, ha offerto una risposta parziale parlando di canali digitali per potere accedere ugualmente ai servizi finanziari e di un tavolo di confronto tra istituzioni e Abi. La realtà, però, è che le strutture continuano a diminuire - solo al Nord Est, in cinque anni, è sparito il 24 per cento degli sportelli bancari -, la rete degli uffici postali è quasi in dismissione in molti territori, i piccoli comuni continuano a soffrire con una popolazione sempre più anziana privata dei servizi essenziali. A cosa servono, dunque, i ridimensionamenti? I risparmi derivanti dalle razionalizzazioni saranno risibili di fronte a territori che rischiano di scomparire: a difenderli ci sono i nostri sindaci che continuano a lavorare incessantemente ascoltando le esigenze dei cittadini”.

Così la deputata di Azione Daniela Ruffino, in seguito all’interrogazione in aula alla Camera con il ministro Giorgetti.





RUFFINO (AZ), PER SICUREZZA OSPEDALI PIÙ MEDICI O PIÙ POLIZIOTTI

Dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino (Azione):

     Gli atti di violenza sempre più frequenti nei Pronto Soccorso e le aggressioni contro il personale sanitario sono già ampiamente sanzionati nel codice penale. Il provvedimento licenziato oggi dalla Camera è costruito, come molti provvedimenti analoghi, in un’ottica di semplice deterrenza. Non una riga è stata dedicata alla prevenzione che verrebbe, per fare un esempio, dal ripristino del posto di Ps in tutti gli ospedali. Il semplice inasprimento delle pene non impedirà di dar vita a rave party, o ai parenti di un paziente di distruggere la sala del Pronto soccorso. Forse che negli Stati Uniti, dove in molti Stati c’è la pena di morte, non ci sono stragi quotidiane nelle scuole o nelle piazze? O aumenta il numero dei medici e degli infermieri oppure vanno potenziati i posti di Polizia negli ospedali. La sola deterrenza è fumo negli occhi e niente altro.




Aree interne, Ruffino (Az): “Per invertire la tendenza negativa investire sui servizi essenziali”

“La difficile situazione delle aree interne del nostro Paese è riscontrabile dai dati allarmanti sullo spopolamento dei borghi, sulla mancanza di servizi essenziali per la popolazione, sul crollo delle nascite e, più in generale, sulle difficoltà di godere di una qualità della vita all’altezza delle normali aspettative. Invertire la rotta è doveroso, ma ci vogliono risorse vere e investimenti di ampio raggio che la prossima legge di bilancio non ha considerato”.

Così la deputata di Azione Daniela Ruffino, intervenuta alla Camera sulle mozioni per il sostegno e lo sviluppo delle aree interne.

“È doveroso sottolineare tre questioni fondamentali - osserva Ruffino -: la sanità, con gli ospedali diventati strutture territoriali con pochi servizi e poliambulatori a singhiozzo; la mobilità, con una media di percorrenza che arriva ai 65 minuti; la scuola che è scelta dai ragazzi in base alla vicinanza e non alle proprie aspirazioni. Il quadro è preoccupante, se consideriamo anche che negli ultimi 40 anni oltre 2000 comuni hanno perso fino all’80 per cento della popolazione. Il disagio colpisce anche la connettività virtuale, con un accesso a internet e i servizi per i cittadini tra cui uffici postali. Sarebbe, dunque, opportuno favorire le associazioni tra i territori coordinandosi con le Unioni dei comuni che oggi, però, possono fare poco a causa della carenza di personale: come se non bastasse, la manovra di bilancio non permette un totale turn-over”.

Secondo la deputata di Azione “per ridare un futuro alle aree interne e ai giovani che crescono in quei territori, bisogna ridurre quel divario inaccettabile con le città e offrire nuove opportunità ai nostri ragazzi. Chiediamo, ancora una volta, investimenti diversi”.




Salute, Ruffino (Az): “Per sclerosi multipla necessarie maggiori risorse, auspichiamo risposte dal governo”

“Per sostenere i pazienti colpiti da sclerosi multipla sono necessarie maggiori risorse. Lo abbiamo detto oggi e ci siamo rivolti al governo, in occasione della discussione della nostra mozione alla Camera. In Italia, secondo i dati del 2024, ogni neurologo dedicato segue 558 pazienti e ogni infermiere ne segue 477, valori superiori a quelli indicati da Agenas. La carenza di personale medico e infermieristico, quindi, non è trascurabile”.

A dichiararlo è la deputata di Azione, Daniela Ruffino, a margine della discussione sulle mozioni per la cura e assistenza dei pazienti colpiti da sclerosi multipla. 

“Riteniamo opportuno integrare al meglio la telemedicina, implementare i progetti innovativi, così come migliorare la riabilitazione che risulta problematica per i pazienti con significative differenze tra territori, in particolare quelli più decentrati. Ci sono poi i costi sociali, che crescono con l’aumentare della disabilità, dai 34600 euro a persona per quelle lievi ai 62400 per quelle più gravi. Sono necessari interventi per un migliore accesso alle cure, con una riduzione dei tempi per accedere alle risonanze magnetiche e alle visite di controllo - ha proseguito Ruffino”. 

Secondo la deputata di Azione “il lavoro dell’associazionismo è fondamentale ma serve un maggiore supporto. Restiamo però fiduciosi e auspichiamo che dopo questa discussione, dal governo ci possa essere una nuova prospettiva per la cura della malattia e per i pazienti”.




RUFFINO (AZ), RECESSIONE ALLE PORTE, GOVERNO IMMOBILE SENZA IDEE

Dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino (Azione):

     Dopo venti mesi di calo della produzione industriale, dopo una legge di bilancio che taglia ogni forma di sostegno e di incentivi alle imprese, sull’Italia sta per abbattersi il vento gelido della recessione e una stagione di dura competizione che gli Stati Uniti promettono di affrontare a suon di dazi.

     Il governo Meloni è fermo, senza idee e senza una direzione di marcia. Senza una politica industriale in grado di fornire un quadro di riferimento alle imprese. Meloni ha scelto di mettere pannicelli caldi sulle difficoltà sociali per le quali servirebbero misure molto ampie, soprattutto dal lato dei servizi a domanda collettiva. L’Italia si trova senza difese ad affrontare la recessione che sta arrivando.


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