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DISABILITÀ: RUFFINO (AZ) SENZA MATTARELLA, SAREBBE GIORNATA IPOCRISIA

Dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino (Azione):

     Lo dico ai miei colleghi parlamentari e a chiunque ricopra cariche elettive nelle Regioni e nei Comuni: senza le parole del presidente Mattarella, senza il suo pungolo a fare di più e meglio, la giornata dedicata alla disabilità sarebbe una fiera dell’ipocrisia e della retorica.

     La legge sulle quote, per dirne una, è rispettata in rarissimi casi. Se guardo alla mia Regione, il Piemonte, trovo dati desolanti che dovrebbero indignare davvero: il 73% delle imprese ignora tranquillamente la legge sulle quote riservate alle persone disabili, preferendo pagare la sanzione irrisoria di 200 euro. È così nel settore privato ma anche nella PA. Il paradosso si trova poi nell’Agenzia regionale che vigila sul rispetto della legge: il controllore la viola al pari dei controllati e non ci sono quote riservate ai disabili.

     Se poi si guarda alla scuola, le cose non vanno meglio. Degli insegnanti di sostegno, per i quali è richiesta una formazione specifica, il 27% non ha l’abilitazione. Percentuale che sale al 38% nelle Regioni del Nord e crolla al 13% nel Sud, che si dimostra più rispettoso della legge. Al presidente Mattarella dobbiamo tutti gratitudine per il richiamo incisivo alla necessità di politiche appropriate per valorizzare i talenti di ogni persona, soprattutto di coloro che un banale concetto di “normalità” vorrebbe vedere privati. Sappiamo che non è così.



RUFFINO (AZ), TENERE APERTO ASKATASUNA E CHIEDERE 200 AGENTI NON FUNZIONA

Dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino, segretaria di Azione in Piemonte:

     Il sindaco Lo Russo denuncia, e io condivido le sue parole, il sotto organico delle forze di polizia prive di 200 agenti. Il che rende alquanto difficoltoso un controllo adeguato del territorio e fa crescere nei torinesi la percezione di insicurezza. Accanto a questa richiesta che reputo giusta, il sindaco mette il rifiuto a chiudere il centro Askatasuna i cui militanti sono stati riconosciuti in molte occasioni come i protagonisti principali delle violenze e dei vandalismi degli ultimi mesi. Tenere aperto un focolaio di tensioni sociali e chiedere insieme più agenti di pubblica sicurezza è una contraddizione da superare sul piano della logica. Nessuna questione se Askatasuna fosse un normale circolo di dibattiti e di confronti, di azione sociale o di proteste civili. Non è così, lo sa il sindaco e purtroppo lo sanno anche i torinesi.

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