RNEWS Comunicati stampa
UE: RUFFINO, IL PD GRIFFATO SCHLEIN NON HA PIÙ UNA LINEA SULL’UCRAINA
Alcuni sì, qualche no e molti astenuti: i parlamentari europei del Pd hanno votato sul protocollo Asap, che prevede di incrementare la produzione di munizioni e armi a sostegno dell’Ucraina, come se fosse un tema etico, dove si capirebbe la libertà di coscienza, e non quella materia incandescente che è la politica estera e di sicurezza dell’Europa.
Il Pd “griffato” Schlein ha abbandonato la linea di sostegno incondizionato a Kiev che Enrico Letta aveva fissato, gli va riconosciuto, con determinazione e coraggio. L’ossessione del Pd è la rincorsa a Giuseppe Conte e ai Cinquestelle. Si può solo dire: buon viaggio. Così anche le ragioni dell’Europa e della sua difesa sono lasciate nelle mani delle destre. Un bel capolavoro.
GOVERNO: RUFFINO, DA VISCO CARTELLINO GIALLO SU RIFORME E PNRR
Bene quello che è stato fatto per uscire dalla pandemia, sufficiente quel che si sta facendo oggi, ma si addensano nubi scure sull’azione del governo per i ritardi accumulati sul Pnrr e il nulla di fatto sulle riforme: non può essere più netto il richiamo del governatore di Bankitalia sulle insufficienze mostrate dall’esecutivo. Il governo consulta sindacati e forze politiche sulla riforma presidenzialista e ancora traccheggia sui balneari e sulla concorrenza? Tutto questo appare ridicolo: non sono in grado di mettere a gara gli stabilimenti sulle spiagge e vorrebbero riscrivere la Costituzione? Il governatore di Bankitalia ha toccato alcune questioni sulle quali perfino le opposizioni radicali di Pd e M5S sono francamente latitanti. Per Visco va bene il salario minimo garantito e dovrebbe essere maggiore il contrasto legislativo al lavoro precario. Viene il dubbio se il suo cartellino giallo sia più al governo o alle opposizioni perché facciano meglio il loro mestiere.
COMUNALI: RUFFINO, OTTIMA “RICETTA POSSAMAI” PER ALTERNATIVA A DESTRA
Il sindaco di Vicenza Giacomo Possamai ha dettato la ricetta più semplice ed efficace per costruire un’alternativa alla destra sovranista: le opposizioni cerchino le cose che uniscono e la smettano di dire perché uno è diverso dall’altro. Se Azione è altra cosa dal Pd, e siamo orgogliosi di esserlo, non significa, come sostiene Calenda, che non si possano affrontare insieme alcune battaglie come il salario minimo garantito, il Pnrr e la sanità. Sono temi unificanti perché toccano l’essenza stessa di ciò che chiamiamo da alcuni decenni “welfare State”. E se le forze riformiste non si battono per renderlo più giusto e a tutti accessibile non sono forze riformiste. O rendere tanto meno onerosa la tassazione sul lavoro e sulle imprese: come dirsi contrari? Poi i populisti e i demagoghi ti dicono che si possono tagliare indiscriminatamente le tasse a tutti gli italiani, a quelli che ci sono e ai pochi che nasceranno, i riformisti che non ingannano dicono che ad alcuni si faranno pagare un po’ di più per alleggerirle di tanto a molti.
L’insofferenza verso gli organi “terzi” è forse il lato più oscuro e pericoloso che accomuna le forze cosiddette sovraniste in Europa e in America. L’idea di sottrarre o solo ridurre i poteri di controllo della Corte dei Conti sulle spese finanziate dal Pnrr rientra appunto nella casistica del sistemi autocratici. Viktor Orban, per dire, ha messo sotto controllo la Corte costituzionale ungherese di cui nomina a suo capriccio i componenti e dunque è facile immaginare quanto poco efficace sia il lavoro di legittimità costituzionale svolto da quell’organo.
In Italia non è accettabile una replica del modello magiaro. La separazione dei poteri e l’indipendenza degli organi terzi sono il caposaldo della democrazia liberale e su questo punto tutte le forze autenticamente democratiche, di maggioranza o di opposizione, non possono transigere. Se passa l’idea di neutralizzare la funzione della Corte dei Conti, il passo successivo sarà forse un giro di vite sui poteri della Corte costituzionale quando dovesse pronunciarsi su una questione etica o di genere non gradita alla destra?