RNEWS Comunicati stampa

 


AUTO: RUFFINO, LAVORATORI PIEMONTE PAGANO CRISI, GOVERNO ASSENTE

Dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino (Azione), deputata piemontese:

     La presidente Meloni e Adolfo Urso, ministro rottamatore del “Made in Italy”, non stanno toccando palla nella grave crisi dell’automotive che ha investito il Piemonte. Lo storico marchio Lear, fabbrica produttrice di sedili per auto, si prepara a dichiarare in esubero 300 lavoratori, sui 430 di fatto in cassa integrazione dal 2013, per i quali neppure esiste la possibilità degli ammortizzatori sociali.


     È solo l’ultimo anello di una catena il cui apice è l’annunciata vendita dello stabilimento Maserati di Grugliasco. La mancanza di prospettive industriali per Lear, che opera sempre a Grugliasco, rimane tale anche nella previsione dei nuovi modelli Maserati, prodotti a Mirafiori, che non dovrebbero superare le 70 unità giornaliere di produzione. Di fronte a uno scenario tanto pesante per i lavoratori, con onde d’urto che investiranno tutto l’indotto del sistema auto, dal governo non è venuta una sola iniziativa. Presenterò nelle prossime ore un’interrogazione urgente al ministro del Made in Italy, denominazione sempre più surreale per un ministero che assiste silente allo svuotamento del sistema industriale italiano e al suo trasferimento all’estero.


     Il ministro dovrà spiegare quali iniziative industriali pensa di mettere in campo per salvaguardare la produttività della Lear; quali interventi saranno attivati per evitare il licenziamento dei 430 lavoratori, tutti altamente qualificati nel loro settore; se il governo intende sviluppare una strategia di tutela per quelle isole produttive dell’automotive altamente qualificate, come Lear, ipotizzando anche interventi di sostegno da concordare eventualmente in sede Ue.





Olimpiadi 2026. Ruffino (Az): governo garantisca massimo impegno per Cesana

“Ci aspettavamo qualche parola di chiarezza dal ministro Abodi sulla pista che ospiterà le gare di bob alle Olimpiadi invernali 2026, in particolare sulla soluzione Cesana. Tocca invece aspettare ancora, con l’unica rassicurazione che la delocalizzazione all’estero è una soluzione estrema. E allora il governo garantisca il massimo impegno nel sostenere il rilancio di Cesana. C’è un problema di coperture economiche e c’è un problema di scadenze da rispettare, ma confidiamo nella possibilità di rimettere in moto la straordinaria esperienza di Torino 2006. Sarebbe un peccato ospitare i giochi in Italia e dover fare gare all’estero”. Lo dichiara Daniela Ruffino, deputata piemontese di Azione.




TORINO: RUFFINO, SGOMBERO EX GONDRAND PRIMO ATTO ORA RIQUALIFICARE

Dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino (Azione), deputata piemontese e vice presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle periferie:

     Lo sgombero dell’area ex Gondrand è stato un atto importante da parte del prefetto Donato Giovanni Cafagna. La politica degli sgomberi deve però accompagnarsi a una politica celere di riqualificazione delle aree prima occupate. In questo senso l’amministrazione comunale, d’intesa con le istituzioni competenti, deve mettere in campo una strategia che guardi oltre l’emergenza e inserire il recupero delle aree abbandonate in una più generale visione della politica urbanistica.

     Il potenziamento delle forze dell’ordine, con l’arrivo atteso di 166 fra agenti di polizia, guardia di finanza e carabinieri, potrà accelerare gli sgomberi delle troppe aree occupate rispetto alle quali il Comune non deve farsi cogliere impreparato per la successiva riqualificazione e destinazione d’uso. Gli sgomberi sono solo il primo atto il cui senso sarà compiuto quando l’amministrazione e le istituzioni competenti sapranno valorizzare gli immobili liberati.





RUFFINO, DA TARANTO A GRUGLIASCO, ITALIA SENZA POLITICA INDUSTRIALE

Dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino (Azione):

     La chiusura annunciata dello stabilimento Maserati di Grugliasco è solo l’ultimo capitolo, almeno si spera, dei fallimenti registrati dal governo Meloni sulla politica industriale. Viene da credere che le responsabilità del governo siamo per certi versi superiori a quelle della proprietà della Maserati. Il ministro Urso non poteva scegliere denominazione peggiore per il suo ministero: da quando la destra governa l’Italia il “Made in Italy” è sempre più “made abroad”. Dossier scottanti (Tim, Ilva di Taranto, caso Marelli e, da ultimo, la Maserati) sono pieni di polvere sul tavolo del ministro. Il governo non tocca palla mentre per vicende meno importanti i governi europei, penso a Francia e Germania, mobilitano i ministri competenti e i rispettivi premier. Urso sgrana discorsi uno dopo l’altro ma l’industria dell’auto emigra, Taranto non si capisce quale futuro avrà e di Tim, e della fibra, si ignora il destino.





RUFFINO (AZIONE), NO A GUERRA CON SVIZZERA MA GIANDUIOTTO È DI TORINO

Dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino, deputata piemontese di Azione:

     Il riconoscimento del Gianduiotto come prodotto meritevole del marchio Igp, cioè indicazione geografica protetta, è una battaglia che le istituzioni piemontesi devono affrontare con dovuto impegno e convinzione. E soprattutto è una battaglia da vincere in tutte le sedi europee. Mi rifiuto di vedere come nemici i cioccolatieri svizzeri, ma trovo anche inammissibile le resistenze opposte dal grpoo Lindt in sede europea per il riconoscimento del gianduiotto come prodotto Igp, e in questo caso l’indicazione è il Piemonte e non certo la Svizzera.

     Le istituzioni piemontesi possono contare sul sostegno di quattro facoltà universitarie e dei più prestigiosi produttori del celebre cioccolatino per fare rete e premere sull’Europa. Il disciplinare del Gianduiotto e lo stesso da sempre: nocciola, zucchero e massa di cacao. Lindt, blasonato gruppo elvetico del cioccolato, vorrebbe stravolgere il disciplinare introducendo il latte, elemento usato soltanto dall’industria. È una battaglia che le istituzioni piemontesi devono affrontare con fermezza. Si parla di un prodotto che occupa una nicchia di mercato il cui valore si aggira sui 200 milioni di euro all’anno. Non è poca cosa in questo tempo.

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