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Peste suina. Azione, governo incapace di affrontare l’emergenza
Pesanti le conseguenze economiche sulla filiera
“Da oltre tre anni l’Italia è stata raggiunta da un'ondata epidemica di peste suina africana con conseguenze molto pesanti su tutta la filiera. Purtroppo il governo non è stato capace di affrontare e risolvere questo problema. Oggi il ministro Lollobrigida, rispondendo ad una nostra interrogazione durante il question time a Montecitorio, ha raccontato una storia che non ha niente a che fare con la realtà. L’Italia infatti, insieme alla Polonia, è l’unico paese in Europa che non riesce a debellare l’epidemia”. Lo hanno detto i deputati di Azione Daniela Ruffino e Fabrizio Benzoni durante il question time alla Camera.
“La malattia ¬ha proseguito la sua diffusione nel territorio nazionale - hanno aggiunto i deputati di Azione - sia attraverso le naturali movimentazioni dei cinghiali, delle persone e dei mezzi, arrivando a essere presente su tutto il territorio nazionale con immani conseguenze sulla filiera. Dall'arrivo dell'epidemia il Governo Meloni ha nominato tre commissari straordinari ma la situazione è peggiorata. Dallo stato di avanzamento presentato dalla Commissione europea emerge come in Italia la situazione sia «più che allarmante», riportando al contempo l'efficacia delle best practices realizzate da altri Paesi, come Belgio e Svezia, che hanno permesso di debellare la malattia. Questa situazione ha inevitabili e pesanti conseguenze anche sul piano economico con danni per più di mezzo miliardo di euro. Le azioni messe in campo fino ad oggi, arrivate in ritardo e senza un'adeguata copertura finanziaria, sono state insufficienti e non hanno portato i risultati sperati”.
AUTO: RUFFINO (AZ), LICENZIAMENTI E POI ASSUNZIONI, STELLANTIS SPIEGHI
Dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino, segretaria regionale di Azione in Piemonte:
Ci sono fatti che sfuggono al senso comune, e certo sfuggono al mio senso. Stellantis ha annunciato 610 nuovi licenziamenti incentivati nel reparto Mirafiori. La spiegazione non nuova è che si tratta snellire l’organizzazione per avviare la produzione della 500 ibrida per la quale l’azienda prevede di raggiungere un numero di 200 mila autovetture all’anno e l’assunzione di 1000 nuove unità. Il senso comune è quello che ti spinge a chiederti: se devi assumerne 1000, perché mandarne a casa 610 in aggiunta a centinaia di lavoratori già in cassa integrazione?
Non saprei dire se la filosofia del nuovo amministratore sia la prosecuzione del “metodo Tavares”, vale a dire razionalizzazione delle linee di produzione, risparmi sui costi e delocalizzazione. Almeno quest’ultimo aspetto, è stato assicurato dal nuovo Ad, non dovrebbe ricorrere. Conservo irrisolto il mio dubbio: licenziare oggi per assumere più unità fra qualche settimana è qualcosa che sfugge al senso comune.