Interrogazione e risposta dell'Assessore Pentenero sulla sicurezza nell’edilizia scolastica



INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA

ai sensi dell’articolo 100 del Regolamento interno
(Non più di una per Consigliere – Non più di tre per Gruppo)

Oggetto: Sicurezza nell’edilizia scolastica

PREMESSO che dal XII rapporto di Cittadinanza attiva risulta che quattro edifici scolastici su dieci hanno una manutenzione carente, oltre il 70% presenta lesioni strutturali, più della metà delle scuole si trova in zone a rischio sismico e una su quattro in zone a rischio idrogeologico;

CONSIDERATO che per quanto riguarda lo stato degli edifici quasi la metà delle scuole ha uno stato di manutenzione mediocre o pessimo, quasi tre scuole su quattro presentano lesioni strutturali per lo più sulle facciate esterne, corridoi e bagni e molte scuole presentano inequivocabili elementi di fatiscenza nelle aule, nei laboratori e nelle mense;

TENUTO CONTO che c’è un sottodimensionamento delle scale di sicurezza (spesso deteriorate e prive di copertura) specificatamente sul fronte antincendio ed elettrico. Sono assenti protezioni attive e passive ed è evidente il ritardo nell’adeguare i plessi scolastici di ogni ordine e grado in merito alle normative sopra citate sempre in evoluzione. Si stima che il 60% dei fabbricati in oggetto non abbiano i requisiti minimi di sicurezza con relative certificazioni;

RILEVATO che una scuola su quattro non ha parcheggi per disabili, molti edifici non dispongono di ascensori, barriere architettoniche sono presenti in aule, bagni, laboratori e ingressi; 

CONSIDERATO che, come da articolo de “La Stampa” dell’8 febbraio scorso, per effettuare gli interventi più urgenti occorrono quasi 16 milioni di euro a fronte di oggettivi tagli lineari effettuati dal governo Renzi e, in particolare, dal fatto che non si voglia escludere dal patto di stabilità opere nel settore dell’edilizia scolastica;

TENUTO CONTO di altre complicazioni quali ad esempio lo sforamento del patto di stabilità da parte dell’ex Provincia di Torino dovuta ai tagli statali nonostante le rassicurazione del Governo;

TENUTO CONTO che non è stata presentata alcuna norma che espressamente escluda le sanzioni per il mancato rispetto del patto sopra menzionato, tantomeno emendamenti “milleproroghe” per gli enti proprietari/gestori delle scuole del territorio regionale piemontese


INTERROGA

                                                              

                                                        Il Presidente della Giunta e l'Assessore                                       

                                                                                                  


per sapere
·     quali azioni si intendano adottare, anche attraverso il ruolo a livello nazionale del Presidente Chiamparino in qualità di Presidente della Conferenza delle Regioni, al fine di garantire la sicurezza nell’ambito dell’edilizia scolastica. 




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Interrogazione n. 367, inerente a “Sicurezza nell’edilizia scolastica


omissis


PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

Grazie per l'opportunità di parlare di un tema che sta particolarmente a cuore all'amministrazione del Presidente Chiamparino.
Credo che i dati di cittadinanza attiva siano anche frutto di un lavoro svolto in modo attento e puntuale nella nostra Regione,  attraverso l'anagrafe dell'edilizia scolastica.
La Regione Piemonte, insieme alla Regione Toscana, ha un'anagrafe dell'edilizia scolastica che permette di fotografare il 100% delle strutture dedicate alle scuole all'interno della nostra Regione. Non tutte le Regioni si sono dotate di uno strumento così preciso e così chiaro che ci permette anche di fare una buona  programmazione.
E' evidente che la programmazione la si fa con le risorse che si hanno a disposizione. Come ben sa la Consigliera, recentemente è stato fatto un bando, per il quale stiamo effettuando l'istruttoria, attraverso i mutui Bei, che permetterà di alimentare un'attività di circa 100 milioni all'interno della nostra Regione.
Tengo a sottolineare che, per quanto riguarda quest'ultima opportunità determinata dai mutui Bei, è stata richiesta, da parte della Conferenza delle Regioni, una proroga rispetto alla scadenza che ci siamo dati. E' una proroga che le altre Regioni italiane hanno chiesto e che credo non sarebbe opportuna per la nostra Regione poiché il bando, scaduto il 23 febbraio, ha fatto sì che circa 520 soggetti (Comuni, Province e Città metropolitana) abbiano presentato lavori per 200 milioni. Credo che, a fronte di una stima presunta di 50 milioni che dovremmo avere da parte dei fondi Bei, non possiamo certamente immaginare di riaprire un bando, creando nuove aspettative in seno alle Province e ai Comuni della nostra Regione, che poi non saremmo in grado di soddisfare, pur trattandosi di una graduatoria triennale. Tuttavia, 200 milioni di lavoro credo che diano, da un lato, la fotografia che corrisponde a quanto è stato detto dalla Consigliera ma, dall'altro, l'attenzione che Comuni e Province manifestano nei confronti del proprio patrimonio di edilizia scolastica.
Ovviamente, all'interno della Conferenza delle Regioni, sono stati richiesti ulteriori interventi da parte del Ministero per poter effettuare successivi interventi sui nostri edifici scolastici.
Quello che sappiamo è che attraverso il PON  nazionale del FES saranno destinate ulteriori risorse per l'edilizia scolastica e sono in fase di programmazione. E' anche vero che su base regionale potremmo contare su alcuni piccolissimi interventi in integrazione con il FES locale, soprattutto per quello che riguarda il risparmio energetico e l'ottimizzazione dell'efficienza energetica dei nostri edifici.
Ho detto in premessa che l'elemento fondamentale che caratterizza la programmazione è un'anagrafe dell'edilizia scolastica fatta in modo adeguato ed opportuno, che ci permette di fotografare tutti i nostri edifici; è altrettanto vero, però, che noi oggi abbiamo bisogno di potenziare lo strumento che abbiamo a disposizione, rendendolo ancora più flessibile e più efficiente nei confronti di  un'analisi specifica di ogni edificio.
In merito alle sanzioni, alcune attività sono fuori patto di stabilità. I mutui Bei, ad esempio, per come sono stati pensati, non rientreranno all'interno del patto di stabilità della nostra Regione, mentre all'interno dei bilanci dei Comuni e delle Province dovranno essere computati in seno al patto di stabilità.
Le sanzioni, purtroppo, esistono, quindi non si può immaginare che i Comuni sforino il patto di stabilità e che non siano sanzionati. La Città Metropolitana, in questo momento, ne è un esempio: sta vivendo una condizione di difficoltà, avendo immaginato che il patto di stabilità, passando da Provincia a Città Metropolitana, non fosse computato; invece oggi stanno avendo problemi di questa natura.
La Conferenza delle Regioni, ma anche l'ANCI, in più occasioni ha ribadito la necessità di prevedere il fatto che i Comuni non debbano far entrare all'interno del patto le risorse per l'edilizia scolastica, ma al momento il quadro permane quello che dicevo un attimo fa.
Se riusciremo ad avere una buona programmazione con le risorse destinate all'inizio dell'anno sulle "scuole sicure" e sulle "scuole nuove" (invece le risorse destinate alle "scuole belle" sono state utilizzate direttamente dalle autonomie scolastiche e avevano un canale e un’articolazione diversa), se cercheremo davvero di fare una programmazione attenta alle esigenze di tanti Comuni, di tante Province o della nostra Regione, sono convinta che i dati non troppo edificanti che lei ha citato all'inizio potranno tendenzialmente migliorare. Certo è che il livello di spesa e di attenzione non sempre trovano rispondenza, per i motivi che abbiamo evidenziato prima.
Grazie.


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